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Travaglio risponde a Santoro: molto show, poco talk

Travaglio risponde a Santoro molto show, poco talk
Travaglio risponde a Santoro molto show, poco talk
Travaglio risponde a Santoro molto show, poco talk
Travaglio risponde a Santoro molto show, poco talk

La singolar tenzone tra Marco Travaglio e Michele Santoro iniziata nella puntata del talk show Servizio Pubblico andata in onda giovedì 16 ottobre 2014, continua a colpa anche di editoriali: sul Fatto Quotidiano il giornalista che ha rotto in diretta il connubio spiega le sue ragioni nell’articolo titolato Molto show, poco talk.

Marco Travaglio, con piglio da prima donna e imitando la cattiva educazione di Vittorio Sgarbi, non vuole essere disturbato quando parla, ma non fa parlare gli altri.

E così giovedì scorso il suo continuo interrompere Claudio Burlando ha provocato l’intervento di Michele Santoro che giustamente faceva notare che non era quello un modo civile di confrontarsi. Travaglio a quel punto si alza e se ne va.

Senza entrare nel merito della discussione, indiscutibilmente il comportamento del giornalista è stato poco ortodosso. La querelle, come si può immaginare, non è finita.

Fra Santoro che chiede al suo perenne ospite di addivenire a più miti consigli, Travaglio che continua in tutti i modi – passando dall’ironia all’accusa – a spiegare le ragioni del suo dire e del suo fare, sembra che da questa storia che sta appassionando i media, non se ne esca.

L’ultima? L’editoriale di Marco Travaglio apparso sul Fatto Quotidiano in cui il giornalista scrive “Prima di domandarsi se il collaboratore fa la pace col conduttore e torna a bordo, andrebbe sciolto un rebus: cosa rimane, del giornalismo come lo conosciamo tutti, nei talkshow?”.

A giudicare da quello cui assistiamo ben poco, a dire il vero. Ma questo Travaglio dovrebbe saperlo ben, così come dovrebbe sapere che la buona educazione non è né perbenismo né ipocrisia.

Il condirettore del Fatto Quotidiano, chiude il suo editoriale scrivendo: “Molto più facile dipingere i fatti come “insulti” e le critiche come “rissa”, anche se me ne sono andato proprio per evitare di trascendere davvero negli insulti e nella rissa. Restare calmi e zitti in quella bolgia di bugie e ipocrisie è un’impresa che può riuscire ai figuranti da talkshow, marionette senza sangue che s’incazzano e si placano a comando”.

Tant’è. Di là della bontà o meno delle cose dette o fatte, è innegabile che Grillo debba gran parte del suo successo alla volgarità, e Sgarbi all’isterismo. Perché Marco Travaglio non dovrebbe fare lo stesso e dare sfoggio anche lui del suo ego ipertrofico? In fondo anche questo fa alzare l’audience.

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Eleonora Gitto

Eleonora Gitto

Content writer, giornalista pubblicista e autrice di libri.

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